1 marzo 2014

L’8x1000 all’edilizia scolastica, un’opportunità da non sottovalutare.



La situazione del patrimonio immobiliare scolastico italiano è ormai nota da tempo, una situazione di reale emergenza che molti Governi in passato hanno sottovalutato, per capirne la gravità basta dare uno sguardo al rapporto di Legambiente “Ecosistema Scuola, XIV edizione”:

Oltre il 60% degli edifici scolastici sono stati costruiti prima del 1974, data dell’entrata in vigore della normativa antisismica. Il 37,6% delle scuole necessita di interventi di manutenzione urgente, il 40% sono prive del certificato di agibilità, il 38,4% si trova in aree a rischio sismico e il 60% non ha il certificato di prevenzione incendi. È quanto emerge da Ecosistema scuola 2013, il rapporto annuale di Legambiente sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 94 capoluoghi di provincia (il campione è di 5.301 edifici). Una fotografia che mostra quanto sia urgente intervenire in questo settore.

Come si sia arrivati a questo punto è facile a dirsi: scarso monitoraggio della situazione degli edifici, scarsi investimenti, tagli ministeriali ecc.

Nell’ultimo anno però sembra esserci stata una leggera inversione di tendenza e gli investimenti sull’edilizia scolastica sembrano essere ripartiti con una certa sistematicità: Sia il decreto legge “Del Fare”, infatti, che il decreto legge Istruzione mettono in campo complessivamente 1,3 miliardi di euro di cui 40 milioni di fondi statali sono finalizzati alla sottoscrizione di mutui trentennali erogati da parte delle regioni in deroga al patto di stabilità.
Inoltre con un emendamento del deputato Francesco Cariello (M5S) le strutture della scuola italiana potranno contare anche sul fondo istituito con la legge 222/1985, con tale emendamento alla legge di Stabilità, infatti, è stato modificato l’art. 48 della legge 222/1985 introducendo il sostegno all’edilizia scolastica tra le destinazioni dell’8 per mille.
Dal 2014 quindi Lo Stato ora potrà utilizzare i fondi dell’8x1000 non solo per “gli interventi straordinari per la fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali”, ma anche per “ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica”.

Sembra tuttavia che ci sia scarsa informazione sulle reali opportunità che la destinazione dell’8x1000 potrebbe offrire al miglioramento dell’edilizia scolastica e alla sicurezza  dei nostri figli.

Ma entriamo nel dettaglio, e vediamo come funziona l’8x1000:

Ogni cittadino che presenta la dichiarazione dei redditi può scegliere la destinazione dell’8x1000 del gettito IRPEF tra sette opzioni: Stato (dal 2014 ci sarà l’opzione per le scuole), Chiesa cattolica, Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno, Assemblee di Dio in Italia, Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, Chiesa Evangelica Luterana in Italia, Unione Comunità Ebraiche Italiane. Inoltre a breve entreranno nell'elenco anche altre confessioni, che nel 2012 hanno sottoscritto un'Intesa con lo Stato: Unione Buddhista, Unione Induista, Chiesa apostolica, Sacra diocesi ortodossa d'Italia.

Per quanto riguarda la modalità di destinazione delle somme c’è da precisare che in realtà nessuno destina il proprio gettito in modo diretto: il meccanismo prevede infatti una ripartizione sul totale del gettito IRPEF di tutti i contribuenti (non c’è nessun limite si calcola 8x1000 sul totale IRPEF) , si calcolano le percentuali ottenute da ogni soggetto beneficiario (Chiesa Cattolica, Chiesa Evangelica ecc.) e in base a queste percentuali, vengono poi ripartiti TUTTI i fondi. Inoltre la mancata formulazione di un’opzione non viene presa in considerazione: l’intero gettito viene ripartito in base alle sole scelte espresse, in altre parole anche se ci asteniamo e non esprimiamo alcuna scelta a chi destinare l`8x1000 la maggioranza deciderà per noi.

Ci sono poi molti altri “benefici” ai destinatari dell’8x1000, alcuni dei quali finiscono per vanificare lo scopo stesso dell’8x1000 e che ci limitiamo a riassumere con i precedenti:

  1.  I destinatari dell’8x1000 non hanno alcun divieto nell’utilizzare i fondi per le campagne di promozione dello stesso (in altre parole i soldi vanno a finanziare la pubblicità dell'8x1000 in tv o sui giornali).
  2. I beneficiari dell’8x1000 non hanno alcun obbligo di rendicontazione separata delle spese fatte con i fondi (al contrario di come avviene per es per il 5x1000) 
  3.   I fondi vengono ripartiti in percentuale alle scelte dei contribuenti e non vengono tenute in considerazione le scelte non effettuate
  4. Per la liquidazione delle somme dell’8x1000, una notevole parte viene anticipata nell’anno stesso di riferimento, in base al versato negli ultimi anni, con successivo conguaglio.
  5. Non è previsto un tetto annuale ai fondi destinati all’8x1000

Ma vediamo cosa è successo nell’ultimo anno fiscale di cui ci sono dati disponibili:

Nel 2010 su 41.111.324 dichiaranti solamente 18.532.985 hanno espresso una scelta sull’8x1000 (il 45,08%) tuttavia per il meccanismo che non tiene conto di chi si astiene tutti i fondi sono stati ripartiti ugualmente, quindi su un totale di 1.247.537.834,25 (UN MILIARDO duecentoquarantasette MILIONI!) ben 1.004.839.286,80 (quindi 82,01%) sono andati alla chiesa cattolica, come riassumiamo nella tabella seguente:
Come possiamo notare ci sono ben 22.578.339 contribuenti che pur non avendo scelto la destinazione dell’8x1000 lo hanno visto attribuire ugualmente in proporzione alle percentuali dell’ultima colonna nella tabella precedente.
Dalla tabella successiva è comunque possibile notare che il trend di chi effettua la scelta dell’8x1000 è calato negli ultimi 20 anni di ben 10 punti percentuali e nel 2010 solamente il 45,08% ha scelto a chi destinare l’8x1000:



Per quanto riguarda le percentuali con cui vengono ripartiti i fondi tra i singoli beneficiari è possibile notare come dal 2002 ci sia un costante aumento delle scelte di chi destina l’8x1000 allo Stato a scapito della Chiesa Cattolica, che però mantiene percentuali “bulgare” sulla spartizione dei fondi anche grazie ad una massiccia campagna pubblicitaria in concomitanza del periodo in cui solitamente vengono effettuate le dichiarazioni dei redditi.



La scarsità dei fondi, e delle scelte, reperite dallo Stato è senza dubbio dovuta alla scarsa informazione presso i cittadini, come evidenzia anche la Corte dei conti in una sua delibera:
“L’importanza della pubblicità è ben evidenziata dalla tabella precedente (tab. n. 15), riguardante l’istituto dell’8 per mille, che presenta caratteristiche in parte simili a quello del 5 per mille. Da essa, infatti, risulta la caduta della quota attribuita allo Stato nel tempo, dovuta –verosimilmente- al fatto che, a proprio detrimento, quest’ultimo non fa alcun tipo di campagna pubblicitaria a suo favore.” (Corte dei conti, Sez. centr. contr. gest., delib. n. 14/2013/G)




“Peraltro, altre cause del costante calo del favore che, negli anni, ha caratterizzato la scelta dell’8 per mille
per lo Stato possono essere individuate nella distrazione imposta dal legislatore di parte delle risorse attribuite dai contribuenti per esigenze di bilancio e nel non sempre razionale impiego di queste: “Le forti riduzioni della quota dell'8 per mille di diretta gestione dello Stato contrastano con la legge n. 222 del 1985, che ne ha indicato tassativamente le finalità, e con le scelte espresse dai contribuenti in sede di denuncia dei redditi. (…) E' stata riscontrata una elevata frammentazione degli interventi, (…) che contrasta con il carattere di straordinarietà che (…) li deve caratterizzare per avere accesso ai contributi in questione (…). E’ necessario, pertanto, evitare una ripartizione a pioggia delle risorse disponibili, preferendo la concentrazione delle stesse su un numero più ridotto di progetti aventi particolare straordinarietà e valore.”(Corte dei conti, Sez. centr. contr. gest., delib. n. 18/2008/G).

Quali sarebbero le possibilità per lo Stato di reperire fondi per l’edilizia scolastica se facesse una campagna di sensibilizzazione delle scuole non è dato saperlo con precisione (Se ci basassimo sulla media delle scelte effettuate negli ultimi anni possiamo dare una valutazione “economica” alle stesse, ogni scelta fatta da un singolo contribuente “varrebbe” per il beneficiario circa 66,00€ ) ma con una platea di oltre 7 milioni di alunni iscritti nelle scuole che avranno genitori con redditi sicuramente non è un’operazione da sottovalutare, e non dimentichiamo che in Italia i dipendenti del Comparto Scuola sono circa 1 milione (personale docente e non), inoltre basterebbe sensibilizzare una parte dei 22 milioni di italiani che non oggi non esprime alcuna scelta.
Si potrebbe ipotizzare una campagna di sensibilizzazione condotta direttamente dalle scuole, interessando anche gli alunni che si facciano promotori presso le loro stesse famiglie, ragionando per assurdo (o quasi) un incremento di 5 milioni di scelte dell’8x1000 (di cui 1 milione “pescati” tra chi donava alla chiesa cattolica e 4 milioni tra chi non effettuava alcuna scelta, ipotesi che sembra inverosimile nel brevissimo periodo molto meno se ragioniamo in un’ottica di 3-5 anni) a favore dello Stato porterebbe ad una disponibilità di fondi di poco meno di 250 milioni di €/ANNO da destinare all’edilizia scolastica come evidenziato nello schema seguente (a cui si potrebbero aggiungere una parte dei fondi di chi già li destina allo Stato, la somma TEORICA Totale in tal Caso sarebbe di poco meno di 418 milioni €/ANNO):


Infine, come precisa la stessa Corte dei Conti, ci dovrebbe essere un utilizzo efficiente e puntuale dei fondi (accompagnato da una congrua campagna promozionale presso le scuole che ne hanno usufruito), in modo che i cittadini possano “toccare con mano” i benefici apportati alle scuole dalle donazioni dell’8x1000.