21 aprile 2016

Regione Calabria: Disastri "Comuni"

In vista delle elezioni amministrative che si terranno a Giugno ho dato un’occhiata alla situazione amministrativa e finanziaria dei comuni calabresi. 
Come al solito riusciamo a distinguerci in peggio.
Ci sono una serie di indicatori che denotano una profonda crisi economica e amministrativa degli EELL calabresi, i due fattori (politico-amministrativo ed economico) in realtà sembrano strettamente connessi, in quanto spesso una cattiva amministrazione (nel caso collusa con la 'ndrangheta) sfocia in una profonda crisi economica dell’ente amministrato.
Ho preso spunto da un articolo che il Sole24ore ha pubblicato online il 21/04/2016 (lo trovate qui) in cui si parlava del primo comune dell’Emilia Romagna sciolto per infiltrazioni mafiose (‘ndrangheta per essere precisi).
Il Sole24ore riporta un riferimento ad un’indagine sugli scioglimenti dei comuni per infiltrazioni mafiose (scaricabile qui) svolta dall’Associazione “Avviso Pubblico - Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie”.
Possiamo notare come i comuni sciolti per mafia si trovino in gran parte nel sud Italia (e non poteva essere altrimenti), in particolare in 3 regioni sono diretti il 92% di tutti i decreti di scioglimento per mafia da quando è stata approvata la legge (1991) che ne disciplina la materia:

Notiamo che la Calabria ospita un terzo dei comuni sciolti per mafia dal 1991 (scioglimenti effettivi e quindi decreti non annullati e procedure non archiviate), tra i comuni calabresi che detengono il record per scioglimenti per infiltrazioni mafiose abbiamo (il record è nazionale, condiviso con la Campania, perché nessun comune italiano è stato mai sciolto per più di 3 volte):
1) Roccaforte del Greco (RC) n. 3 scioglimenti (1996, 2003, 2011)
2) San Ferdinando (RC) n. 3 scioglimenti (1992, 2009, 2014)
3) Taurianova (RC) n. 3 scioglimenti (1991, 2009, 2013)
4) Melito Porto Salvo n. 3 scioglimenti (1991, 1996, 2006)

Nella classifica non è riportato ma degno di nota è Lamezia Terme (CZ) uno dei più grandi comuni calabresi, 3° della Calabria e 81° tra i comuni d’Italia per popolazione, ed unico con n. 2 scioglimenti (1991, 2002).
Tra i comuni attualmente commissariati in seguito ad uno scioglimento per infiltrazioni mafiose che andranno ad elezioni a giugno 2016 ci sono:
1) San Luca (RC) sciolto il 17/05/2013
2) Cirò (KR) (Scioglimento annullato dal CdS)
3) Joppolo (VV) sciolto il 07/02/2014
4) Scalea (CS) sciolto il 25/02/2014
5) Badolato (CZ) sciolto il 23/05/2014

Restano attualmente commissariati e non vanno ad elezioni i seguenti comuni:
1) Africo (RC) sciolto il 01/08/2014
2) San Ferdinando (RC) sciolto il 31/10/2014   
3) Bovalino (RC) sciolto il 02/04/2015   
4) Bagnara Calabra (RC) sciolto il 14/04/2015   
5) Nardodipace (VV) sciolto il 07/12/2015
6) Ricadi (VV) sciolto il11/02/2014

Questo record di infiltrazioni e scioglimenti di EELL calabresi potrebbe essere un “primo sintomo” di cattiva gestione della cosa pubblica e del perché molti comuni versano in uno stato di abbandono e degrado.

Un altro “sintomo” (che in alcuni casi potrebbe essere collegato al precedente) è dato dalle procedure per dissesto finanziario che sono state richieste dai comuni calabresi dal 1989, anno in cui fu introdotto l’istituto del disseto finanziario negli enti locali.
Anche in questo caso la Calabria detiene un record nazionale: su 523 delibere di dissesto ben 152 sono state approvate da comuni calabresi, 1/3 dei dissesti sul totale nazionale (29,06%):

Notiamo che, come nel caso delle infiltrazioni mafiose, Calabria e Campania detengono il record assoluto dei comuni in dissesto finanziario infatti il 55% di tutti i comuni italiani che hanno deliberato un dissesto è localizzato nelle due regioni.

Le cose non sono migliorate negli ultimi anni (anzi peggiorano e peggioreranno ulteriormente con il tagli ai trasferimenti del Governo centrale che dovrebbero bilanciarsi in parte con le entrate proprie degli enti), infatti dal 2010 al 2015 su 83 delibere di dissesto ben 50 (25 a testa, cioè il 60% del totale nazionale) sono in comuni calabresi o campani:

Tra i comuni che sono finiti in dissesto 1 o più volte (nessun comune ha deliberato più di 2 dissesti) troviamo:
1) Cerisano (CS) in dissesto negli anni 1994, 2014
2) Guardavalle (CZ) in dissesto negli anni 1990, 2013
3) Lungro (CS) in dissesto negli anni 1989, 2008
4) Monasterace (RC) in dissesto negli anni 1992, 2013
5) Paola (CS) in dissesto negli anni 1993, 2012
6) Scilla (RC) in dissesto negli anni 1992, 2012
7) Serra d'Aiello (CS) in dissesto negli anni 1989, 2014
8) Soriano Calabro (VV) in dissesto negli anni 1990, 2008

Notiamo che quasi il 30% dei comuni calabresi che sono stati sciolti per mafia uno o più volte hanno anche deliberato uno o più dissesti, ecco quelli con più di un dissesto/scioglimento:
1) Guardavalle (CZ), n. 2 dissesti (1990, 2013) ed n. 1 scioglimento per mafia (2003)
2) Monasterace (RC), n. 2 dissesti (
1992, 2013) ed n. 1 scioglimento per mafia (2003)
3) Soriano Calabro (VV), n. 2 dissesti
(1990, 2008) ed n. 1 scioglimento per mafia (2007)
4) Roccaforte del Greco (RC), n. 1 dissesto (1989) e n. 3 scioglimenti per mafia  (1996, 2003, 2011)
5) Briatico (VV), n. 1 dissesto (2011) ed n. 2 scioglimenti per mafia (2003, 2012)
6) Nardodipace (VV), n. 1 dissesto (2012) ed n. 2 scioglimenti per mafia (2001, 2015)
7) Nicotera (VV), n. 1 dissesto (1989) ed n. 2 scioglimenti per mafia (2005, 2010)


Ci sono poi una serie di comuni (ne riporto solo una parte per non dilungarmi) che hanno avuto almeno uno scioglimento per mafia ed almeno un dissesto:
1) Africo (RC), n. 1 dissesto ed n. 1 scioglimento per mafia
2) Badolato (CZ), n. 1 dissesto ed n. 1 scioglimento per mafia
3) Borgia (CZ), n. 1 dissesto ed n. 1 scioglimento per mafia
4) Cirò (KR), n. 1 dissesto ed n. 1 scioglimento per mafia
5) Siderno (RC), n. 1 dissesto ed n. 1 scioglimento per mafia
6) Bovalino (RC), n. 1 dissesto ed n. 1 scioglimento per mafia
7) Ardore (RC), n. 1 dissesto ed n. 1 scioglimento per mafia

Bisogna precisare che negli ultimi anni si è avuta una certa attenuazione nel numero dei dissesti finanziari degli enti locali (anche in Calabria), non perché sia migliorata la situazione finanziaria degli enti, ma perché nel 2012 è stata introdotta una procedura alternativa al dissesto finanziario “il piano di riequilibrio decennale” una sorta di dissesto “light” (non a caso chiamato dagli addetti ai lavori “predissesto”) che può essere richiesto dal comuni che si trovino in difficoltà finanziare "serie" ma risanabili e quindi non così gravi da giustificare un dissesto vero e proprio.
Se guardiamo i comuni che hanno fatto richiesta di accesso al piano di riequilibrio la musica non cambia, la regione Calabria è sempre quella in cui ci sono più enti con richiesta di accesso, infatti su 157 richieste quasi il 30% (come nel caso del disseto e come per le infiltrazioni mafiose) proveniva da un comune calabrese (i dati ministeriali sono aggiornati al 2014):

Tra i comuni che attualmente hanno avuto approvato il piano di riequilibrio dalla Corte dei Conti (ho omesso di riportare chi ha l’iter di approvazione in itinere come ad es. Lamezia Terme) ed in passato hanno avuto anche uno o più scioglimenti per mafia o un dissesto abbiamo:
1) Taurianova (RC), n. 1 predissesto e n. 3 scioglimenti per mafia
2) Scalea (CS), n. 1 predissesto e n. 1 scioglimento per mafia
3) Reggio Calabria (RC), n. 1 predissesto e n. 1 scioglimento per mafia


Attualmente l’Anci segnala che in Italia ci sono 231 amministrazioni comunali commissariate a vario titolo (dimissioni degli amministratori, mancata approvazione del bilancio, scioglimenti per mafia), questo denota un certo problema nel territorio perché il commissariamento provoca pur sempre un’interruzione dell’azione politica degli amministratori, della programmazione degli investimenti ecc. ecc.  anche in questo caso la Calabria e la Campania non sembrano avere rivali 1 comune su 3 attualmente commissariato è calabrese o campano:

Bisogna segnalare infine la situazione del Comune di Lamezia Terme (CZ) 3° comune della Calabria già sciolto per mafia per 2 volte (1991, 2002) e che ha richiesto l‘accesso alla procedura di predissesto nel 2014 (dopo aver evitato il dissesto con ricorso alla Corte dei Conti sez. Lazio) l’iter di approvazione da parte della Corte dei Conti della Calabria non si è ancora concluso e non è dato sapere se si concluderà con un diniego da parte della C.d.C. e quindi con un dissesto vero e proprio.

Il contenuto di questo post è stato ripreso dal TG3 Ed. Calabria del 26.04.2016:

Fonti:
1) Corte dei Conti - Banche dati
2) Ministero dell'Interno-Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali
3) Associazione Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie
4) ANCI - Associazione Nazionale dei Comuni Italiani