1 settembre 2014

Regione Calabria Gestione Commissariale della sanità: un fallimento totale sulle spalle dei cittadini e dei pazienti calabresi.

Quanto di seguito è un estratto del capitolo dedicato alla gestione commissariale della Sanità contenuto nel giudizio di parifica 2013 della corte dei conti sez. Calabria:

Al fine di garantire l’erogazione delle prestazioni sanitarie comprese nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e per assicurare il risanamento, il riequilibrio economico-finanziario e la riorganizzazione del sistema sanitario, la Regione Calabria è stata interessata sin dal 2007 da una massiccia azione di riallineamento dei dati economico-finanziari in materia, tramite la ricognizione dello stato dei conti e la conseguenziale predisposizione dei Piani di rientro (oltre un miliardo prima delle coperture)

Con riferimento alla situazione attuale, e in particolare prendendo in considerazione il periodo 2009-2013, da quanto risultante dalla riunione dell’ultimo tavolo interistituzionale del 4 aprile 2014 (convocata per la valutazione del risultato d’esercizio 2013), emerge un quadro che, seppur in miglioramento rispetto ai valori precedentemente registrati, si conferma essere ancora in una condizione di criticità.

Da ultimo, ad integrazione di quanto sinora esposto, appare utile richiamare le risultanze della “Relazione sulla verifica in materia di scostamenti dagli obiettivi di finanza pubblica” resa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato – Ispettorato Generale di Finanza in data 17 febbraio 2014, di cui è stata resa edotta la presente Sezione ormai a conclusione della suddetta istruttoria. Invero, una volta considerato che la sanità rappresenta la principale voce di spesa all’interno del bilancio regionale, pur essendo esclusa dalle categorie di spesa rilevanti ai fini del Patto di stabilità interno, dalla stessa è emerso che, relativamente al periodo 2008/2012, la spesa sanitaria ha avuto una crescita del 7,64%, a livello di impegni in conto competenza, e del 7,78%, a livello di pagamenti, e che, nel complesso del quinquennio di riferimento, la sanità ha assorbito una media del 68,49% delle risorse liquide riscosse dalla Regione, afferenti alle entrate finali, mentre la media quinquennale sulle entrate finali accertate è stata del 63,83%.

Come ampiamente dimostrato con le evidenze contabili in questa sede illustrate, la necessità di risanamento del settore sanitario ha determinato non solo il progressivo incremento dell’imposizione fiscale, misura come visto risultata di per sé insufficiente ove atomisticamente considerata, ma anche il costante utilizzo, al fine di individuare idonei strumenti di copertura del debito, di risorse non propriamente a ciò destinate, come è avvenuto, in particolare, con le risorse derivanti dal Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), così finendo per distrarle dalla loro naturale destinazione agli investimenti. (FAS = Strumento di finanziamento del governo italiano avente come finalità principale la realizzazione di interventi in aree particolari, al fine di favorire la ripresa della competitività e della produttività nelle aree obiettivo)

Pertanto, occorre riscontrare che, allo stato dei fatti, la grave situazione dei conti sanitari, non trovando sufficiente copertura nelle risorse propriamente a ciò destinate, di per sé determinanti un aggravio del carico fiscale sui contribuenti, ha prodotto e continua a produrre conseguenze negative sul bilancio regionale, sia in termini di peggioramento generale degli equilibri, che, mediatamente, con la distrazione di risorse dai settori di loro naturale destinazione.