25 maggio 2018

Illuminazione pubblica: la Calabria è tra le regioni dove si spende di più

Il consumo di energia elettrica per illuminazione pubblica in Italia nel 2017 è stato approssimativamente di 6.000 GWh, con un consumo pro capite di 100 kWh, pari al doppio della media europea di 51 kWh (Fonte: Osservatorio C.P.I.).

Nel 2016 la spesa pro-capite per la pubblica illuminazione in Italia è stata di 28,7 euro, molto più alta della media dei principali paesi europei (16,8 euro), il doppio del Regno Unito (14,2 euro) e 5 volte quella della Germania (5,8 euro). La Germania, che tra il 2007 e il 2016 ha ridotto la spesa pro capite per la pubblica illuminazione del 53%.
Se diamo uno sguardo alle singole regioni, le prime 3 regioni italiane in cui si registra il consumo elettrico pro-capite più alto sono:
1) Valle d’Aosta (199 kWh)
2) Calabria (151 kWh)
3) Basilicata (143 kWh)
Gran parte della spesa per la pubblica illuminazione viene sostenuta dai comuni e la Calabria è la regione più povera d'Italia, dove molti comuni sono in difficoltà finanziarie. Infatti la Calabria ha il triste record dei comuni in dissesto finanziario (nel 2018 su 109 comuni italiani in dissesto ben 30, il 27,5% sono comuni calabresi). Se prendiamo come riferimento le tre procedure che attestano la crisi finanziaria dei comuni: dissesto finanziario, piano di riequilibrio, deficitarietà strutturale possiamo vedere che la Calabria occupa il secondo posto tra le regioni d'Italia con il più alto numero di Comuni in crisi rispetto al totale: il 15,10% dei comuni calabresi è infatti in difficoltà finanziarie, peggio di noi fanno solo i comuni siciliani.
In Calabria è inoltre presente il maggior numero di enti in dissesto e occupiamo il secondo posto per il numero di enti in piano di riequilibrio pluriennale. Procedure praticamente sconosciute ai comuni del Veneto, dell'Emilia Romagna, del Friuli e del Trentino.

Nonostante la crisi in cui versano molti comuni la Calabria è la seconda regione d'Italia che consuma di più energia elettrica per la pubblica illuminazione, questo denota una scarsa efficienza nella gestione, della quale i dissesti finanziari sono una naturale conseguenza.
Ma l'eccessivo consumo di energia è solo uno degli aspetti negativi, infatti, il dissesto finanziario, e le difficoltà economiche, spesso costringono i comuni calabresi al regime di salvaguardia del settore elettrico (il regime previsto per gli enti morosi), nel regime di salvaguardia la tariffa elettrica pagata dai comuni è il 137,96% più alta, infatti: 
a) 57,16€/MWh è la tariffa normale fissa CONSIP esclusi gli oneri di sistema, accise ed iva,
b) 136,02€/MWh è la tariffa in salvaguardia media per le tre fasce orarie esclusi oneri, accise ed iva.
Un piccolo comune della costa tirrenica calabrese di 1.800 abitanti, 15 kmq di superficie e 112,1 abitanti per kmq, spende circa 6.500-7.000€/mese (iva, oneri ed accise comprese) per la sola pubblica illuminazione con tariffa CONSIP (EE15 zona Calabria), in regime di salvaguardia la spesa SALE a circa 10.500-11.000€ quasi il 60% in più. Quindi circa € 50.000,00/anno di spesa aggiuntiva.
I comuni calabresi avendo una ridotta capacità fiscale dovrebbero pertanto evitare di sprecare risorse finanziarie in questo modo, dovrebbero cioè seguire i consigli dell'Osservatorio Conti Pubblici italiani, ed efficientare la spesa, soprattutto quella della pubblica illuminazione, puntando su:
1) passaggio integrale all'illuminazione al LED
2) impiego di sensori di movimento sulle lampade
3) regolazione della luminosità di alcuni impianti e nelle ore tarde notturne (soprattutto per le strade in zone scarsamente abitate e lontane dal centro cittadino). 
L'Osservatorio stima che la combinazione dei tre punti precedenti potrebbe ridurre la spesa per la pubblica illuminazione di circa il 50%.
Per i comuni calabresi non sarebbe tanto difficile e non dovrebbero nemmeno cercare soluzioni molto lontano, infatti uno Spin-Off dell'Università della Calabria "Creta Energie speciali Srl" ha progettato e realizzato una lampada per pubblica illuminazione che è in grado di rispondere a tutti e 3 i requisiti suggeriti dall'Osservatorio.
La lampada a LED di Creta ES nella versione più completa può essere dotata anche di un sistema di accumulo agli ioni di litio e di un pannello fotovoltaico, mentre come dotazione di base ha l'elettronica di controllo a microcontrollore, un sensore a microonde per la regolazione automatica del flusso luminoso in presenza di elementi in movimento, suddivisione del ciclo di lavoro notturno in tre intervalli temporali regolabili con 2 differenti flussi luminosi.
Tutte le funzioni della lampada possono essere preimpostate tramite un'intuitiva app in dotazione, la versione più completa della lampada è dotata anche di controllo remoto che permette di gestire tutto l'impianto della pubblica illuminazione e le funzioni delle lampade da remoto, il sistema è anche in grado segnalare errori di malfunzionamento ed eventuali guasti.
Riprendendo l'esempio precedente, il piccolo comune calabrese che decidesse di sostituire il 50% delle lampade tradizionali con la lampada prodotta da Creta ES, se in regime di salvaguardia potrebbe ripagare l'investimento in circa 4 anni, 6-7 anni se con tariffa Consip. Potrebbe pertanto liberare preziose risorse finanziarie da investire in altre opere di pubblica utilità.

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